Luna Pauselli

Il metodo Feldenkrais®

Due parole sul Metodo Feldenkrais®

Il movimento è alla base delle nostre azioni, sensazioni, emozioni e pensieri. Ognuno di noi ha sviluppato un proprio modo di muoversi nel mondo, relazionarsi con lo spazio e con le altre persone, esprimere nel corpo e col corpo le proprie emozioni. Si pensa erroneamente che tali schemi di movimento siano ormai immutabili e spesso si esclude a priori la possibilità di poter scoprire ed imparare nuove modalità di azione.

Il Metodo Feldenkrais® è un sistema educativo che utilizza il movimento come strumento di consapevolezza di sé e che agisce sulla relazione tra scheletro, muscolatura, sistema nervoso e ambiente. Offre a persone di tutte le età gli strumenti per re-imprarare a muoversi liberi da limitazioni, stress e schemi motori inefficaci ed utilizzare pienamente le proprie risorse, con vitalità e creatività. Riducendo le tensioni non necessarie, il dispendio di energie e lo stress emotivo e fisico e divenendo maggiormente consapevole delle proprie modalità d’azione, l’allievo apprende un modo di muoversi più funzionale ed armonioso che influisce positivamente sul suo benessere e sulla salute ad ogni livello.

“Se sai ciò che fai, puoi fare ciò che vuoi”: nelle lezioni di Consapevolezza Attraverso il Movimento® l’accento non è posto sul movimento specifico, ma su come ognuno dirige sé stesso nel compierlo.
Risvegliando l’intelligenza organica del corpo è più facile riconoscere le tensioni non necessarie e trovare il modo di ridurle, stimolando così una risposta neutra alla gravità, non viziata dalle proprie abitudini motorie.

Mentre spesso c’è la tendenza a focalizzarsi sul dolore e a percepire il proprio corpo solo nel momento in cui “qualcosa non va”, nel Feldenkrais® si re-impara ad ascoltare il corpo spostando l’attenzione su ciò che risulta facile e piacevole. L’approccio al movimento diventa così positivo e creativo, senza pregiudizi riguardo a quello che si sa o non si sa fare.

Le sue due forme di insegnamento ed applicazione:

Nelle lezioni individuali – chiamate lezioni di Integrazione Funzionale® – l’allievo, guidato dal tocco sensibile e mai invasivo delle mani dell’insegnante, si rende consapevole di come si muove e sperimenta nuove possibilità di movimento. Nelle lezioni collettive, chiamate ATM® – sigla inglese che sta per Consapevolezza Attraverso il Movimento® – la voce dell’insegnante guida gli allievi nell’esecuzione di sequenze di movimenti, senza sforzo

Breve bibliografia di Moshe Feldenkrais

  • Il caso di Nora, Ed. Astrolabio, Roma 1996
    [The case of Nora: body awareness as healing therapy, 1993]
  • Conoscersi attraverso il movimento, Celuc Libric, Milano 1978
    [Awareness Through Movement: health exercises for personal growth, 1972]
  • L’io potente, Ed. Astrolabio, Roma 2007
    [The Potent Self: a study of Spontaneity and Compulsion, 1985]
  • Il corpo e il comportamento maturo, Ed. Astrolabio, Roma 1996
    [The case of Nora: body awareness as healing therapy, 1993]
  • Le basi del metodo per la consapevolezza dei processi psicomotori, Ed. Astrolabio, 1991
    [Body and Mature Behaviour, 1949]

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L'ideatore del Metodo Feldenkrais®

Moshe Feldenkrais (1904 – 1984)
Moshe Feldenkrais

Ciò che mi interessa non è un corpo flessibile, ma una mente flessibile.

– Moshe Feldenkrais

Moshe Feldenkrais si è laureato a Parigi nel 1928 in ingegneria meccanica ed elettrica. Nel 1940, subito dopo l’invasione tedesca di Parigi, da ingegnere e ricercatore alla Sorbona nel laboratorio di Frédéric Joliot-Curie, fu costretto a fuggire in Inghilterra, dove fu arruolato dagli inglesi come ufficiale scientifico del dipartimento sperimentale antisommergibili della marina.

Prima cintura nera di judo in Europa nel 1936 e fondatore del club di judo di Parigi, Feldenkrais inizia, nei momenti liberi, ad interessare la piccola comunità dei ricercatori alle sue arti marziali, sfruttando le sue preziose conoscenze nel campo di fisica, ingegneria, scienze delle costruzioni e psicologia per spiegare manovre e posture. Inizia a sperimentare movimenti e posizioni che secondo lui potevano migliorare il portamento corporeo e rendere più efficace, potente ed economica l’azione, e addirittura sbloccare situazioni di difficoltà emotiva.

L’aver subito una grave lesione al ginocchio lo porta a maggior ragione ad interessarsi al movimento, nel tentativo di ottenere un recupero funzionale accettabile ed evitare recidive; inizia ad esplorare in sé stesso le caratteristiche del movimento, ricostruendo nel proprio corpo il percorso dell’ontogenesi motoria umana e leggendo tutte le pubblicazioni reperibili sull’argomento.

Le scoperte fatte in questo campo lo portano a lasciare la sua carriera di scienziato e direttore del dipartimento di elettronica del ministero della difesa, per dedicarsi a tempo pieno all’attività di educatore somatico.